1. L’addominoplastica

L’addominoplastica è un intervento chirurgico volto a correggere problematiche di lassità (perdita di elasticità) della pelle e dei muscoli a livello dell’addome, eccesso di pelle, eccesso di grasso, smagliature cutanee limitatamente all’eccesso di pelle da rimuovere. A volte per semplice invecchiamento e/o predisposizione genetica, più spesso in conseguenza di gravidanze e di variazioni di peso (classicamente obesità seguita da drastica riduzione di peso) i tessuti che circondano l’addome vengono sottoposti a uno stress che esita in uno sfiancamento con permanente perdita di elasticità e formazione di pieghe e smagliature a livello della pelle.

Né la dieta né l’esercizio fisico né altri provvedimenti igienici possono correggere completamente un processo che una volta instauratosi tende a procedere e comunque ha scarsa o nulla possibilità di regredire. Pertanto l’addominoplastica diventa in questi casi l’unico rimedio efficace.

L’addominoplastica rimuove l’eccesso di pelle, corregge le smagliature addominali (limitatamente all’eccesso di pelle da rimuovere nell’addome inferiore) e la lassità dei muscoli addominali associandosi spesso alla liposuzione dei fianchi e del dorso, correggendo l’eccesso di grasso ai fianchi comunemente denominato “maniglie dell’amore”. Il risultato finale è la riduzione di una problematica che può in molti casi essere percepita come imbarazzante attraverso un miglioramento estetico del profilo con rimodellamento di addome, fianchi, glutei e ristabilimento di un giro vita più snello e giovanile.

Quando la lassità dei tessuti consegue a una o più gravidanze coinvolge di solito anche il seno oltre all’addome; può così rendersi necessario associare alla addominoplastica un intervento al seno (di solito mastopessi, con o senza impianti) con un intervento ampio che viene denominato dagli autori anglosassoni Mommy makeover.

Il dottor Arnaldo Paganelli è un chirurgo plastico specializzato in addominoplastica. E’ allievo del prof. Pitanguy, ha una vasta esperienza di addominoplastiche e può aiutarti a riottenere un addome piatto e un girovita più scolpito con una addominoplastica completa o una miniaddominoplastica. Se vuoi avere più informazioni sull’addominoplastica contattaci per una visita con il dott. Arnaldo Paganelli.

2. Che cos’è l’addominoplastica?

L’addominoplastica è una procedura chirurgica molto efficace per dimagrire e assottigliare l’area addominale. Quasi chiunque abbia un cedimento dell’addome può trarre giovamento da un’addominoplastica, ma  vi ricorrono soprattutto le donne che abbiano avuto gravidanze ripetute e i pazienti che siano andati incontro a una significativa perdita di peso come nel caso dei pazienti bariatrici.

Le tre componenti principali dell’addominoplastica sono:

  • Il restringimento dei muscoli addominali attraverso la loro plicatura.
  • La riduzione dell’eccesso di pelle attraverso l’asportazione di una certa quantità di cute e grasso dall’addome inferiore.
  • La rimozione dell’eccesso di grasso dal tronco (fianchi e dorso) attraverso la liposcultura.

L’addominoplastica completa interessa e corregge l’intera area addominale mentre la miniaddominoplastica interessa e corregge solo l’area sotto-ombelicale.

3. Indicazioni

L’addominoplastica è indicata per:

  • Persone che siano insoddisfatte dell’aspetto del loro addome.
  • Persone con aspettative realistiche.
  • Persone in buona salute fisica e psichica.
  • Persone con peso corporeo stabile.
  • Non fumatori (per potersi sottoporre a intervento i fumatori dovrebbero smettere di fumare per 2-3 mesi prima e dopo l’intervento).

4. Da ricordare

I risultati possono essere compromessi da una significativa fluttuazione del peso corporeo.

  • Se hai intenzione di perdere peso dovrai posticipare l’addominoplastica finché non avrai raggiunto il peso desiderato o comunque una discreta stabilità per quanto riguarda il peso.
  • Se hai in programma future gravidanze è raccomandato posticipare l’addominoplastica ad almeno qualche mese dopo l’ultima gravidanza.
  • L’addominoplastica non può correggere o rimuovere smagliature al di fuori dell’area di pelle che deve essere rimossa. Di solito l’intervento di addominoplastica riguarda l’area sotto-ombelicale, per cui smagliature soprastanti verranno stirate, posizionate più in basso ma non potranno scomparire completamente.

5. Tecnica chirurgica

Addominoplastica completa

Nell’addominoplastica completa si pratica una incisione orizzontale nell’addome inferiore in posizione molto bassa, fra le 2 creste iliache, e una seconda incisione più alta attorno all’ombelico. Il dott. Paganelli disegna la incisione bassa a circa 6-7 cm dalla furcola vulvare in modo che la cicatrice sembri giacere in una piega naturale del corpo, al limite fra l’addome e le cosce, in una posizione che rimane coperta da un bikini anche non troppo alto.

La posizione dell’incisione rappresenta uno degli aspetti più importanti e più critici di tutta la procedura chirurgica dell’addominoplastica. Le cicatrici rappresentano fisiologicamente esiti permanenti essendo impossibili da cancellare nonostante tutte le tecniche per ridurne l’impatto (vedi FAQ n. 1). La cicatrice orizzontale che si rende necessario eseguire per portare a termine l’intervento non può essere cancellata e dunque rappresenterebbe un risultato estetico assai negativo se non potesse essere nemmeno nascosta. Affinché questo sia reso possibile è però necessario che la cicatrice orizzontale sia tenuta sufficientemente bassa e sia eseguita a non più di 6-7 cm dalla furcola vulvare. Il posizionamento basso della cicatrice è perciò un assioma in questa chirurgia estetica, una via obbligata da seguire per ottenere risultati soddisfacenti. Qualora la lassità dei tessuti addominale fosse minore e l’eccesso di pelle da rimuovere non fosse così importante da raggiungere il bordo superiore dell’ombelico, ma si avvicinasse solo al bordo inferiore, rimarrà una piccola cicatrice verticale, massimo di 2-3 cm, a partenza dalla parte centrale della cicatrice inferiore, e dunque essa stessa facilmente copribile da un normale bikini (****link vedi disegno). Questo consente di potere ottenere gli stessi risultati funzionali che si ottengono con la cicatrice alta ma con risultati estetici decisamente migliori. E’ infatti di gran lunga preferibile sotto il profilo estetico una più o meno piccola cicatrice verticale rispetto a una cicatrice orizzontale alta sicuramente più visibile e disturbante.

Non solo, ma una cicatrice orizzontale alta a volte non consente nemmeno una sufficiente tensione dei tessuti inguinali sottostanti, diminuendo quindi l’effetto lifting sull’inguine, quasi sempre necessario nei pazienti con questo tipo di indicazione.

Come allievo della scuola brasiliana di Pitanguy mi attengo scrupolosamente all’indicazione sopra descritta, ovvero a mantenere sempre bassa la cicatrice orizzontale, come si attengono a questa indicazione anche la grande maggioranza dei chirurghi nord americani. In Italia non è sempre così; mi è capitato di vedere situazioni in cui per correggere la lassità dei tessuti è stata usata una cicatrice alta, producendo così un danno sul piano estetico che sarebbe stato evitabile.

Questo succede perché operare con cicatrice alta in molti casi è più facile, dunque anche più rapido ed economico (riduzione del tempo chirurgico), e perché molte abitudini in chirurgia sono a volte frutto di un’impostazione culturale di tipo ricostruttivo che non sempre fa i conti con le necessità della chirurgia estetica.

Io rispetto sempre il principio sopra descritto, non solo nelle addominoplastiche con indicazioni estetiche, ma anche in quelle di interesse bariatrico, eseguite dopo chirurgia bariatrica o dopo importanti cali ponderali. In questi casi è fondamentale la posizione della cicatrice per i motivi già spiegati ma è altrettanto importante effettuare un lifting completo di tutta la regione inguinale che è sempre molto caduta, in conseguenza degli importanti cali di peso, con conseguenze anche funzionali. In generale, ritengo eticamente scorretto l’accettazione per motivi contingenti (economici, medico-legali) di un risultato estetico insoddisfacente nel momento in cui un buon risultato può essere ottenuto senza l’aumento di altri tipi di rischio.

Una volta eseguita la incisione orizzontale con le caratteristiche sopra descritte, viene effettuata la seconda incisione attorno all’ombelico e viene sollevato il lembo cutaneo-adiposo (composta dalla pelle e dal grasso sottostante) fino alla parte alta dell’addome; il passo successivo è dato dalla plicatura dei muscoli retti dell’addome che come conseguenza delle condizioni fisiche precedenti (di solito gravidanze, obesità) si presentano allontanati fra di loro e/o lassi. La plicatura consiste nel posizionamento di punti di sutura per riavvicinare e tendere i muscoli dell’addome.

Dopodiché l’eccesso di cute presente viene marcato e rimosso e la cute rimanente viene riposizionata a ridosso della fascia addominale, cui viene fissata con l’applicazione di punti di sutura. Da diversi anni utilizzo i punti di Baroudi o Quilting sutures per ridurre l’incidenza di alcuni tipi di complicazioni (soprattutto sieromi, ma anche ematomi) e per accorciare il tempo di permanenza dei drenaggi. Si tratta di punti riassorbibili che sono utilizzati per tenere adeso il lembo di cute sollevata nell’addominoplastica con la fascia addominale (in sostanza per evitare che la pelle operata si “scolli” dalla parete addominale). In questo modo è stata annullata la possibilità che si formino sacche occupate da raccolte liquide con conseguenti rischi infettivi e allungamento dei tempi di guarigione. Una volta posizionati questo tipo di punti non necessitano di essere rimossi perché vengono completamente riassorbiti dall’organismo nel giro di alcune settimane, dopo che la loro funzione si è esaurita.

Un momento molto importante dell’intervento è dato dal rimodellamento dell’ombelico, che di solito è stato in precedenza stirato dalle gravidanze, dall’invecchiamento o dall’aumento di peso. Togliendo una adeguata quantità di grasso in corrispondenza di dove l’ombelico deve essere riposizionato e fissando l’ombelico tramite punti di sutura alla parete addominale si restituisce l’aspetto che questo aveva prima della gravidanza. In altre parole rimodellando l’ombelico in modo da renderlo di piccole dimensioni e di aspetto “infossato” gli si restituisce un aspetto più giovanile (****link  a foto e disegno tecnica chirurgica).

Prima della sutura finale vengono posizionati uno o due piccoli drenaggi, che vengono lasciati per 24-48 ore; una medicazione viene posizionata in corrispondenza delle cicatrici. Infine viene messa attorno all’addome una guaina elastica, non troppo compressiva per non danneggiare le ferite e l’apporto sanguigno ai lembi addominali, che verrà tenuta per 4-6 settimane allo scopo di contenere l’edema e il gonfiore conseguenti all’intervento.

L’addominoplastica completa è spesso accompagnata da liposcultura dei fianchi e del dorso ma non dell’addome per non compromettere l’apporto sanguigno del lembo addominale.

Miniaddominoplastica

Nei casi in cui la lassità dei tessuti è meno grave è possibile eseguire un intervento molto meno ampio, limitato al solo addome inferiore (sotto il livello dell’ombelico). Questo tipo di addominoplastica è spesso accompagnato da una liposcultura dell’addome stesso, dei fianchi ed eventualmente del dorso. In questo caso infatti, non essendoci una elevazione dei lembi al di sopra dell’ombelico è possibile effettuare una liposcultura anche sull’addome, a differenza di quanto succede nell’addominoplastica completa.

In questo intervento una incisione addominale più corta è praticata nell’addome inferiore anche questa in posizione molto bassa così da potere essere coperta da un bikini non troppo alto.

Viene sollevato un piccolo lembo fino all’ombelico, effettuata la plicatura dei muscoli retti, rimosso l’eccesso cutaneo, applicati i punti di Baroudi, ed effettuata la sutura definitiva.

Anche questo intervento richiede il posizionamento di medicazioni sulle cicatrici e di guaina compressiva per 4-6 settimane.

6. Recupero e risultati

Dopo un ricovero della durata di 1-2 notti sarai dimesso con una medicazione sulle tue incisioni e una guaina elastica compressiva che dà supporto e aiuta a ridurre il gonfiore. Qualcuno dovrà accompagnarti a casa e qualcuno dovrà rimanere in casa tua per assistenza per le prime 24 ore successive alla dimissione.

Sebbene non sarai in grado di camminare perfettamente eretto per alcuni giorni, è importante camminare frequentemente anche se per piccoli tratti già a partire dalla seconda giornata post-operatoria, per prevenire la formazione di trombi alle gambe. Per i primi 10-12 giorni potrai fare solo attività lievi ma è importante comunque che cammini. Superato questo periodo iniziale potrai riprendere attività via via più impegnative come indicato dal dottor Paganelli, e potrai cominciare a goderti il tuo nuovo contorno corporeo.

Se vuoi ulteriori informazioni sull’addominoplastica contattaci per richiedere una visita con il dottor Arnaldo Paganelli, chirurgo plastico che ha ricevuto un avanzato training chirurgico nella prestigiosa scuola di chirurgia plastica di Pitanguy a Rio de Janeiro e ha una esperienza molto vasta avendo effettuata più di 5mila interventi di chirurgia plastica estetica nel più grande ospedale europeo per numero di chirurgie, nel Regno Unito.

Contatta il dottor Paganelli

7. FAQ

Le cicatrici chirurgiche sono inevitabili e permanenti. Tuttavia una lunga serie di accorgimenti tecnici fa sì che la visibilità della cicatrici sia ridotta al minimo. La serie di accorgimenti tecnici include: una buona tecnica chirurgica con il corretto posizionamento della cicatrice principale in un area dove risulta meno visibile e dove può essere facilmente nascosta da un bikini (per la precisione a 6 cm sopra la forcula vulvare e dunque al confine fra regione addominale e regione delle cosce, come più espressamente spiegato sopra), la corretta tensione fra i margini dei due lembi cutanei, l’uso di fili di sutura adeguati, l’utilizzo di colle chirurgiche per coprire le incisioni, medicazioni adeguate nel periodo post operatorio fino a stabilizzazione completa delle cicatrici, dettagliate istruzioni di cura delle cicatrici da parte del paziente come l’utilizzo di gel o placche di silicone che rappresentano il gold standard nel trattamento delle cicatrici. Oggigiorno si è aggiunto l’utilizzo di laser frazionati non ablativi (es. Fraxel *****mettere link).
La cicatrice attorno all’ombelico è sempre molto poco visibile se l’ombelico è lasciato molto piccolo e viene effettuato un adeguato trattamento con silicone nel post operatorio (****link).
Un completo assestamento delle cicatrici si ottiene comunque in tempi medio-lunghi (12-18 mesi).
Consiglio ad ogni modo di andare alla Galleria di foto post-operatorie per rendersi conto direttamente di come saranno gli esiti dell’intervento riguardo alla permanenza di cicatrici.
Sì. Una cicatrice da taglio cesareo o da isterectomia viene sempre rimossa completamente durante l’intervento di addominoplastica.
Un’addominoplastica completa richiede un ricovero di 1-2 giorni. Per quanto riguarda la miniaddominoplastica dipende dall’importanza della liposcultura che di solito si associa; i casi più lievi possono essere operati in day-surgery, ma se la liposcultura è importante è richiesto almeno il ricovero per una notte.
Sì. Quasi tutte le addominoplastiche vengono associate a una liposcultura più o meno estesa. Non è infrequente l’associazione di addominoplastica a chirurgia del seno (mastopessi con o senza impianti; mastoplastica additiva; mastoplastica riduttiva), e la cosa ha un ben precisa ragione: le gravidanze ripetute e le variazioni importanti di peso tendono a interessare sia l’addome che il seno. Altri tipi di associazione possono essere presi in considerazione caso per caso.
Esistono comunque limiti fisiologici da rispettare: Quantità di tessuto da asportare, che non deve superare il 5% del peso corporeo; tempo chirurgico, che non deve superare le 4-5 ore.
La più diffusa è l’addominoplastica completa; un’alternativa è la miniaddominoplastica. Di questi due tipi di addominoplastica si è già discusso. Altre varianti dell’addominoplastica sono:
• Addominoplastica estesa ai fianchi
La cicatrice continua oltre la cresta iliaca interessando la parte laterale dell’addome.
• Addominoplastica circonferenziale o Body lift
La cicatrice è a 360° e l’addominoplastica interessa addome, fianchi e dorso, con lifting dei glutei. Questo tipo di intervento si sta diffondendo a causa del diffondersi della chirurgia bariatrica, tuttavia personalmente non lo pratico e non lo consiglio perché ritengo molto rischioso operare in un unico tempo addome e dorso. Essendo interessato dall’intervento sia l’addome che il dorso, il paziente è obbligato a giacere su una parte operata, con il fastidio che può essere immaginato; inoltre il risultato finale dal punto di vista estetico è molto meno soddisfacente per il paziente rispetto a un intervento eseguito in due tempi.
• Addominoplastica a T invertita o Fleur de Lis
Il nome deriva dalla forma delle pelle da rimuovere (link******* disegno e chirurgia post bariatrica). E’ una forma di addominoplastica più estesa di quella tradizionale, indicata di solito nei pazienti post-obesi, dopo chirurgia bariatrica o dopo forti cali di peso, quando è necessario rimuovere una grande quantità di pelle non solo nell’addome inferiore ma anche in quello superiore, con rimodellamento completo del tronco (addome e fianchi). In questo tipo di intervento alla cicatrice orizzontale se ne aggiunge una verticale che sale verso l’ombelico e lo oltrepassa fino al termine dello sterno. Pur essendo la cicatrice molto estesa il miglioramento dell’aspetto è talmente eclatante da fare passare in secondo piano la presenza della cicatrice verticale.
Entrambi gli interventi hanno lo scopo di rimodellare l’addome e i fianchi (girovita).
La liposcultura (o liposuzione) si può praticare con diverse tecniche ma ha comunque il fine di asportare una certa quantità di tessuto adiposo sottocutaneo producendo così da una parte un rimodellamento dell’addome e dei fianchi, e dall’altra una lieve retrazione cutanea (per la retrazione cicatriziale); è pertanto indicata per quelle persone che abbiano depositi di grasso localizzato all’addome e ai fianchi ma con un buon tono cutaneo. Se il tono cutaneo è scadente (ovvero pelle lassa in eccesso con smagliature) il risultato di una eventuale liposcultura sarebbe insoddisfacente e pertanto in questi casi la liposcultura non è indicata.
L’addominoplastica corregge diverse condizioni fisiopatologiche:
• Rimuove la pelle in eccesso dall’addome, ridando tono alla rimanente per effetto della trazione sul lembo cutaneo addominale.
• Rimuove del grasso addominale assieme alla cute.
• Redistribuisce la pelle e il grasso dall’addome superiore all’inferiore, promuovendo così il loro assottigliamento.
• Restringe i muscoli addominali per mezzo della loro plicatura ottenendo in questo modo un appiattimento dell’addome così come un restringimento del girovita.
In sintesi l’addominoplastica corregge le trasformazioni indotte dalla gravidanza, dall’invecchiamento e dalle significative fluttuazioni di peso non correggibili con altre tecniche, restituendo un aspetto più giovanile e un contorno corporale più armonico.
La decisione rispetto al tipo di chirurgia da praticare sarà presa in fase preoperatoria; il candidato alla chirurgia sarà esaminato di fronte a uno specchio in posizione eretta e seduta così da avere una immediata visualizzazione delle condizioni dell’addome e delle possibili correzioni ottenibili con i due interventi.
Sì. L’addominoplastica rimuove dall’addome una buona parte delle smagliature: possono essere rimosse quasi sempre con successo tutte le smagliature posizionate sotto l’ombelico, mentre le smagliature posizionate al di sopra dell’ombelico rimarranno ma saranno spostate inferiormente, verso la parte bassa dell’addome.
In generale prima di un’addominoplastica dovresti essere in una condizione di peso abbastanza stabile, il più vicino possibile al peso ideale o perlomeno al peso che vorresti ottenere, con uno scarto non superiore al 10%. Se guadagni o perdi peso dopo l’intervento i risultati saranno alterati in maniera significativa. Se perdi troppo peso dopo l’intervento la tua pelle apparirà di nuovo lassa; se guadagni peso in maniera significativa la pelle apparirà stirata con conseguenti alterazioni del contorno corporale (esempio addome prominente). Indicativamente una variazione di peso si può considerare significativa quando supera il 10% del peso corporeo totale.
Per calcolare il tuo peso ideale la scala BMI (indice di massa corporea) è probabilmente l’indice più affidabile. Preferenzialmente opero pazienti con BMI inferiore a 30, sia per i minori rischi chirurgici che per i migliori risultati estetici ottenibili; tuttavia in pazienti che siano stati sottoposti a chirurgia bariatrica o comunque che siano andati incontro a perdita di peso massiva ed abbiano raggiunto una loro stabilità la chirurgia del contorno corporale come l’addominoplastica può essere necessaria e appropriata anche se il BMI è superiore a 30.
Semplificando al massimo possiamo dire che l’addominoplastica provoca una alterazione del drenaggio linfatico, ovvero del sistema che l’organismo utilizza per rimuovere fluidi dai tessuti; il risultato è un accumulo di liquidi che si manifesta come gonfiore dell’addome e dei fianchi e che può coinvolgere parzialmente anche l’inguine e le cosce. La maggior parte del gonfiore si risolve nel giro di 2 mesi ma la risoluzione completa può richiedere fino a un anno. L’esecuzione dell’addominoplastica richiede una incisione orizzontale nella parte bassa dell’addome e un sollevamento del lembo di cute e grasso che provocano la completa interruzione delle connessioni linfatiche verso la fascia profonda e verso il basso: di conseguenza il drenaggio linfatico può avvenire solo verso l’alto, fino a quando col tempo le connessioni linfatiche non si siano ripristinate. Per questo è presente immancabilmente un gonfiore e viene consigliata una guaina elastica da portare 4-6 settimane per aiutarne la gestione in particolare favorendo il drenaggio verso l’alto.
Il risultato di una addominoplastica può essere considerato permanente. Ovviamente l’invecchiamento provoca di per sé lassità della pelle e non esistono procedure né tecniche chirurgiche che possano fermare questo processo. Una gravidanza, nonché importanti fluttuazioni di peso (tendenzialmente maggiori del 10% del peso corporeo), potranno compromettere i risultati fino a richiedere un rifacimento parziale dell’intervento o anche un rifacimento completo nei casi più gravi.
L’intervento di addominoplastica dura da 2 a 4 ore a seconda dell’ampiezza dell’intervento e della eventuale associazione di liposcultura dei fianchi e del dorso nonché della necessità di cambiamento di posizione del paziente (prona-supina).
E’ possibile utilizzare sia l’anestesia generale che la sedazione profonda associata ad anestesia epidurale. Questo può essere deciso caso per caso attraverso un confronto fra chirurgo, anestesista e paziente. Da menzionare che grazie all’utilizzo della nuova tecnica anestesiologica TIVA (total intravenous anaesthesia), che utilizza farmaci ad emivita molto breve (ovvero rapidamente eliminati dall’organismo) si può ottenere una eccellente prevenzione della nausea che era provocata dai vecchi gas anestetici. L’anestesia per la addominoplastica è attualmente estremamente sicura in entrambi i casi, con scarsi o nulli effetti collaterali indesiderati.
Il grado di fastidio e di dolore che si prova dopo l’intervento varia da persona a persona. Innanzitutto è diversa la soglia del dolore. Normalmente si raccomanda l’uso di antidolorifici e antinfiammatori per i primi 3-4 giorni dopo l’intervento, in seguito solo al bisogno. L’uso di antidolorifici e antinfiammatori può utilmente essere protratto per 1-2 settimane per facilitare il riposo notturno. Fatte queste premesse, si può indicativamente dire che circa l’80% delle pazienti è in grado di riprendere un lavoro d’ufficio dopo circa 2-3 settimane dall’intervento, con progressivo recupero fino alla possibilità di svolgere lavoro fisico pesante e attività sportiva dopo circa 10-12 settimane. Se il lavoro d’ufficio viene svolto da casa è possibile riprendere in tempi più anticipati, perfino dopo 2-3 giorni dall’intervento qualora il paziente si senta in grado ed abbia terminato l’uso di antidolorifici maggiori.
A causa del rischio di sanguinamento connesso ad ogni tipo di chirurgia è consigliabile astenersi da tutte le attività che possano aumentare pressione sanguigna e battito cardiaco (attività intensa, sollevamento di pesi) per almeno due settimane dopo l’intervento.
E’ sconsigliabile guidare nei giorni immediatamente successivi all’intervento a causa della ridotta funzionalità che l’intervento comporta. Il tempo di ricupero della possibilità di guidare l’automobile pur variando da persona a persona si situa generalmente fra 2 e 3 settimane dopo l’intervento.
A causa dell’aumentato rischio di sanguinamento vanno evitati gli sforzi fisici per le prime due settimane dopo l’intervento. Durante i primi 10-12 giorni ci saranno importanti limitazioni anche nella deambulazione: il paziente potrà camminare ma leggermente piegato in avanti, pertanto potrà percorrere solo brevi distanze. In seguito, con la progressiva ripresa di una normale postura eretta, sarà possibile aumentare gradualmente la distanza percorsa. A parte il camminare, l’attività fisica anche di tipo sportivo potrà essere ripresa dopo circa 10-12 settimane, con esclusione di alcune attività fisiche estreme (sollevamento pesi agonistico, body-building) per le quali possono occorrere fino a 4 mesi di recupero.
Per effettuare un’addominoplastica è necessaria un’incisione orizzontale che occupa tutta la parte bassa dell’addome, seguita da un sollevamento del lembo cutaneo. Questo comporta una interruzione di parte dei piccoli nervi sensitivi della cute con conseguente diminuzione della sensibilità di queste aree. Raramente anche parte della cute delle cosce può essere interessata. Con il passare del tempo si verifica un processo di reinnervazione spontanea che porta al recupero di buona parte della sensibilità. Tale recupero però non sempre è completo e può essere diverso da persona a persona; spesso rimane un certo grado di perdita di sensibilità nella parte inferiore dell’addome, che però non interessa altre aree. In particolare si segnala che per diversità di innervazione fra le due aree non c’è mai interessamento della sensibilità e della funzione sessuale.
Dipende non solo dalla gravidanza ma anche dall’allattamento. Bisogna aspettare la fine dell’allattamento e comunque almeno 5-6 mesi dopo il parto, per lasciare all’organismo il tempo di assestarsi.
Chiedo ai miei pazienti di effettuare una ecografia addomino-pelvica prima dell’intervento di addominoplastica per escludere eventuali patologie sottostanti che, se necessitassero di intervento chirurgico, potrebbero compromettere il risultato dell’addominoplastica.
In chirurgia plastica ed estetica il fumo aumenta i rischi operatori sia a breve che a lungo termine soprattutto perché la pelle è uno dei tessuti maggiormente danneggiati dall’abitudine del fumo. Fumare (e perfino solo usare nicotina: cerotti alla nicotina, gomme e caramelle alla nicotina, sigaretta elettronica con ricariche di nicotina) ha un potente effetto vasocostrittore, che rallenta il flusso sanguigno. I tessuti periferici, specialmente la cute, risentono particolarmente di questo effetto. L’abitudine al fumo accelera l’invecchiamento cutaneo riducendo la capacità della pelle di fronteggiare gli stress cui è quotidianamente sottoposta (per esempio l’esposizione ai raggi solari). Le fibre elastiche si riducono e in conseguenza della minore elasticità cutanea si formano più rapidamente le rughe e si distendono più rapidamente i tessuti, con maggior tendenza alla flaccidità e ai fenomeni di lassità cutanea.
Nel breve termine il fumo in prossimità dell’intervento aumenta tutti i rischi chirurgici a causa del ridotto flusso sanguigno della pelle, e ritarda la guarigione. Le cicatrici tenderanno ad essere più larghe e più visibili, e il rischio di infezione più alto. Bisogna considerare anche il rischio drammatico di perdere per necrosi parte della cute e/o l’ombelico, nonché il rischio di deiescenza (riapertura) delle cicatrici. Tutte queste complicanze porteranno inevitabilmente a una deformazione permanente dell’addome con necessità di complessi interventi di ricostruzione e cicatrici irregolari e molto più visibili. Pertanto è raccomandato, in caso di intervento per addominoplastica, un’astensione dal fumo almeno per 4-6 settimane prima dell’intervento e per 8-10 settimane dopo l’intervento.
Tutti gli interventi di chirurgia plastica o estetica comportano dei rischi. Fra i rischi della addominoplastica si annoverano: sieroma (raccolta di siero ovvero liquido; questa complicazione ha ormai incidenza quasi nulla grazie all’utilizzo dei punti di adesione di Baroudi); ematoma (raccolta di sangue, anche questa estremamente rara sempre per l’utilizzo dei punti di Baroudi); infezione; deiescenza (riapertura) delle cicatrici chirurgiche. Tenere presente che un BMI (indice di massa corporea) maggiore di 30 aumenta il rischio di complicazioni intra e post-operatorie al punto da necessitare di una accurata valutazione preoperatoria caso per caso e di una maggiore attenzione alla prevenzione delle complicanze nel periodo post-operatorio (esempio: utilizzo prolungato di calze anti-trombo e di terapia antitromboembolica).
No. Le linee-guida e le raccomandazioni ministeriali impongono che l’intervento di addominoplastica per motivi estetici possa essere compiuto solo dopo il raggiungimento del 18° anno di età.
ll costo dell’intervento varia in base a una quantità di fattori: tipo di intervento (con o senza liposcultura e/o lipofilling associati), difficoltà di intervento e di conseguenza tempo operatorio, tipo di clinica con differenti costi sia di degenza che di sala operatoria. Considerando tutti questi fattori il prezzo può variare da a. La maniera migliore per avere un preventivo personalizzato è prenotare una visita col dottor Paganelli.
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