1. La blefaroplastica
2. Visita preoperatoria
3. Tecnica chirurgica

  • Blefaroplastica superiore

  • Blefaroplastica inferiore
    – Blefaroplastica inferiore trancongiuntivale
    – Blefaroplastica inferiore transcutanea

4. Associazione con altre chirurgie
5. Post operatorio
6. FAQ

1. La blefaroplastica

La blefaroplastica è la chirurgia delle palpebre (della palpebra superiore,  della palpebra inferiore o di ambedue) volta a ridare un aspetto più giovanile e rilassato alla regione periorbitaria, ovvero alla area del viso vicina agli occhi.

 

Gli occhi considerati “specchio dell’anima”, espressione fedele dell’essere della persona, attirano l’attenzione più di altre parti del corpo e al tempo stesso per le loro caratteristiche fisiche sono fra le prime parti a mostrare i segni dell’invecchiamento. Le palpebre infatti sono composte di tessuti estremamente sottili e delicati; la fisiologica riduzione di tessuto elastico che avviene con il passare del tempo si manifesta nelle palpebre con un eccesso di pelle visibile (specialmente nella palpebra superiore) che forma delle pieghe cutanee (rughe) e può nei casi più gravi scendere fino alle ciglia con diminuzione del campo visivo riguardante specialmente i quadranti superiori ed esterni. La palpebra superiore con l’invecchiamento si rende soggetta a un certo rigonfiamento dovuto sia al muscolo orbicolare, che si rilassa al pari della pelle, sia nella parte più interna alle borse di grasso che vanno aumentando di dimensioni. Nelle palpebre inferiori l’invecchiamento si manifesta con eccesso di rughe e pieghe (eccesso cutaneo) e soprattutto con gonfiore dovuto alle tre borse di grasso che qui hanno sede. E’ presente un certo rilassamento della palpebra che nei casi più gravi può abbassarsi provocando un arrotondamento dell’occhio.

La blefaroplastica è una chirurgia che corregge queste alterazioni rimuovendo l’eccesso di pelle, di muscolo orbicolare e le borse di grasso nonché correggendo la lassità delle palpebre.

La blefaroplastica è un tipo di chirurgia molto richiesto sia dagli uomini che dalle donne per gli ottimi risultati che si solito dà, con un intervento di piccola portata, che può essere effettuato anche in anestesia locale, e che ha un tempo di recupero per le attività sociali abbastanza breve, dell’ordine di 1-2 settimane.

La maggior parte dei pazienti supera l’età di 50 anni, ma la blefaroplastica può in alcuni casi essere indicata anche per pazienti più giovani, a partire dai 35-40 anni.

La blefaroplastica può essere solo superiore (quando effettuata sulla palpebra superiore), solo inferiore (se effettuata solo sulla palpebra inferiore) o completa (quando effettuata su palpebra superiore e inferiore)

La blefaroplastica inferiore deve essere sempre associata a tecniche di sospensione come la cantopessi (o cantoplastica nei casi di lassità più grave) per prevenire il cosiddetto “occhio rotondo”.

La blefaroplastica può essere facilmente associata ad altre chirurgie estetiche; classicamente viene associata a tecniche di ringiovanimento del viso quali lifting del viso (****link), lifting del sopracciglio (****link), lipofilling sia del viso che della zona periorbitaria stessa nonché i vari tipi di lifting con i fili.

2. Visita preoperatoria

Durante la visita preoperatoria dopo la raccolta dell’anamnesi (storia clinica) e dopo la valutazione delle condizioni generali del paziente, si valuta attentamente l’indicazione alla blefaroplastica (superiore, inferiore o di ambedue) a partire dall’esame di tutta la regione periorbitaria e del viso, in particolare valutando la posizione delle sopracciglia. Se le sopracciglia sono ptosiche ovvero “cadute”, con effetto di una accentuazione dell’eccesso di pelle alle palpebre superiori, va suggerito un lifting delle sopracciglia contemporaneamente alla blefaroplastica superiore; senza correzione del sopracciglio l’occhio potrebbe apparire stanco e appesantito anche dopo una blefaroplastica. Si richiede al paziente di portare in visione l’ultimo controllo della vista ed eventualmente si richiede un esame della lacrimazione quando si riscontrino a livello anamnestico patologie autoimmunitarie (esempio sindrome di Sjogren) o comunque sintomi di secchezza oculare. Si richiedono alcuni semplici esami ematochimici (esami del sangue) ed elettrocardiogramma, come di routine prima di interventi di chirurgia estetica.
Va attentamente discusso con il paziente il tipo di anestesia che può variare da anestesia locale, ad anestesia locale con sedazione, ad anestesia generale. Il tipo di anestesia condiziona il tipo di struttura presso cui effettuare l’intervento. Gli interventi in anestesia locale (in particolare di blefaroplastica superiore) possono essere effettuati ambulatorialmente, con dimissione rapida, 1-2 ore dopo l’intervento. Se vengono associate blefaroplastica superiore ed inferiore è necessario aggiungere all’anestesia un certo grado di sedazione, che richiede una dimissione dopo non meno di 2-4 ore dall’intervento.

In alcuni casi viene richiesta anestesia generale, quando il paziente la preferisca ovvero quando siano associate altre chirurgie estetiche che la richiedano. In questo caso è sempre possibile operare in regime di day-surgery (ovvero con dimissione nel giorno stesso dell’intervento); è comunque necessario trascorrere in osservazione almeno 4-6 ore dopo l’intervento.

3. Tecnica chirurgica

Blefaroplastica superiore

La blefaroplastica inizia con una accurata delimitazione dell’eccesso di pelle. Prima viene disegnata una linea della parte inferiore dell’eccesso di pelle, che viene posizionata fra 7 e 9 mm circa dalle ciglia, percorre tutta la palpebra e di solito oltrepassa per qualche millimetro fino anche a 1 cm la parte laterale della palpebra. Il prolungamento laterale dell’incisione serve a rimuovere in maniera adeguata l’eccesso di pelle della palpebra superiore.

Il passo successivo consiste nel disegnare la linea superiore dell’eccesso di pelle da rimuovere dopo averla valutata e misurata. L’arte del chirurgo consiste nel disegnare e asportare con la massima precisione possibile la quantità di pelle sufficiente a tonificare e a ringiovanire l’aspetto della palpebra senza interferire con la funzionalità della stessa.

Dopo la delimitazione si procede con infiltrazione della palpebra mediante anestetico locale e adrenalina. Questa infiltrazione ha il doppio scopo di anestetizzare la palpebra e al tempo stesso di ridurre il sanguinamento sfruttando l’effetto vasocostrittore dell’adrenalina. Pertanto si effettua sempre, anche nei casi in cui si scelga di aggiungere all’anestesia locale la sedazione e/o l’anestesia generale.
Dopo un’attesa di 10-15 minuti, necessaria per dare tempo all’infiltrazione di manifestare il suo effetto, si procede all’incisione e alla rimozione dell’eccesso di pelle. All’asportazione della pelle della palpebra segue l’asportazione di una piccola porzione del muscolo orbicolare sottostante. Il muscolo orbicolare è il muscolo situato sotto la pelle della palpebra, che con l’invecchiamento diventa ridondante, cioè in eccesso e crea la tipica pesantezza della palpebra superiore. Segue una accurata emostasi dopo la quale si passa all’asportazione delle due borse di grasso della palpebra superiore. La rimozione delle borse di grasso non è sempre necessaria e deve essere valutata caso per caso in rapporto all’aspetto dell’occhio: negli occhi molto scavati, come succede normalmente in pazienti magri, potrebbe non essere necessaria; in altri pazienti deve essere presa in considerazione ma non deve mai essere esagerata per evitare di creare un effetto troppo “scavato” dell’occhio.

Infine i margini della pelle rimasti vengono approssimati e suturati delicatamente con un filo molto sottile di nylon o prolene, da rimuovere dopo circa 7 giorni. I due estremi del filo vengono fissati con steri strip e una sottile steri strip viene applicata alla cicatrice.

La blefaroplastica superiore può essere facilmente integrata con il lifting del sopracciglio transpalpebrale o di McCord. Questa tecnica consente l’innalzamento della parte laterale del sopracciglio attraverso il posizionamento di 1-2 punti di sutura fra il derma del sopracciglio e il periostio dell’osso frontale. In sostanza la caduta della coda del sopracciglio, ovvero la sua parte più laterale, viene corretta fissando la coda del sopracciglio alla membrana che copre l’osso attraverso la stessa incisione già fatta nella palpebra e senza necessità di ulteriore manovre chirurgiche.

Blefaroplastica inferiore

La blefaroplastica inferiore mira a correggere il gonfiore causato dalla lassità dei tessuti provocata dall’invecchiamento, con conseguente erniazione delle tre borse di grasso presenti in questa area ed eventuale formazione di rughe cutanee. Esistono due tipi di blefaroplastica inferiore, che si differenziano per la posizione della incisione, la quale può essere all’esterno della palpebra (come per la blefaroplastica superiore) o all’interno, nella congiuntiva (blefaroplastica transcongiuntivale).

Blefaroplastica inferiore transcongiuntivale

La blefaroplastica transcongiuntivale è indicata nei pazienti tendenzialmente più giovani, che presentano nella palpebra inferiore (di solito per ragioni genetiche) un gonfiore dovuto alle borse di grasso ma senza importante lassità né eccesso di cute con presenza di rughe. In questo caso attraverso una incisione effettuata all’interno della palpebra è possibile rimuovere l’eccesso di grasso erniato. Si tratta di una chirurgia meno invasiva che non lascia cicatrici esterne (l’incisione viene praticata sulla mucosa congiuntivale), produce meno gonfiore, produce meno lividi ed ematomi, e ha tempi di guarigione più rapidi. La blefaroplastica transcongiuntivale può essere associata ad altre tecniche quali resurfacing con laser frazionati per trattare un invecchiamento della pelle di grado lieve o moderato.

Blefaroplastica inferiore transcutanea

La blefaroplastica inferiore transcutanea è indicata quando è presente lassità della palpebra con un importante eccesso di pelle che si manifesta con rughe e pieghe cutanee evidenti. In questo tipo di blefaroplastica viene disegnata una linea di incisione sottociliare che si continua per tutta la palpebra parallelamente alla linea ciliare e si estende lateralmente per alcuni millimetri, fino anche a un centimetro abbondante oltre l’angolo dell’occhio, seguendo una delle naturali increspature cutanee della “zampa di gallina”. Viene effettuata la infiltrazione con anestetico locale ed adrenalina per ridurre il dolore e al tempo stesso stimolare una reazione di vasocostrizione che minimizzi il sanguinamento. Dopo un’attesa di 10-15 minuti viene effettuata l’incisione e viene sollevato un lembo esclusivamente cutaneo, preservando l’integrità del muscolo orbicolare sottostante. Il muscolo orbicolare della palpebra inferiore non va mai toccato: la sua incisione provocherebbe una parziale denervazione con una alterazione della sua funzione e rischio di caduta della palpebra inferiore, con occhio che apparirebbe in questo modo più “rotondo”. Le tre borse di grasso della palpebra inferiore devono essere asportate attraverso il muscolo orbicolare, divaricando le fibre del muscolo senza tagliarle; l’asportazione deve essere valutata caso per caso, eseguita con la massima attenzione e in misura non esagerata per prevenire la formazione di un occhio “scavato” che apparirebbe stanco e invecchiato.

A questa fase segue la cantopessi laterale: si tratta dell’applicazione di un punto di sutura che fissa la parte laterale della palpebra inferiore al periostio (membrana che ricopre l’osso dell’orbita laterale) in un punto leggermente superiore all’angolo dell’occhio. Questo accorgimento ha la doppia funzione di correggere piccole o medie lassità della palpebra inferiore tendendo i tessuti e di tenere la palpebra inferiore sufficientemente sollevata anche per prevenire il rischio che con la cicatrizzazione avvenga una retrazione con “arrotondamento” dell’occhio. Il risparmio del muscolo orbicolare inferiore e l’esecuzione della cantopessi laterale in funzione di supporto della palpebra sono due pietre miliari verso la riuscita dell’intervento.

Come ultima fase si asporta dal lembo cutaneo inferiore una sottile striscia di pelle, la cui misura deve essere calcolata attentamente affinchè la pelle rimanente possa essere suturata senza esercitare alcun tipo di tensione. In questa maniera si ottiene una tonificazione della pelle senza creare tensioni che potrebbero portare a un abbassamento dell’occhio o, peggio ancora, a una ridotta funzionalità della palpebra. All’asportazione di questa sottile striscia cutanea segue la sutura con un sottilissimo filo di nylon o di prolene, che sarà rimosso dopo 7 giorni. Gli estremi di questo filo sono fissati alla pelle con steri strip (piccoli cerotti sterili e anallergici); altre steri strip sono applicate sulla palpebra inferiore al fine di esercitare una delicata compressione per diminuire il gonfiore e l’edema che si manifestano dopo l’intervento.

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Oltre alle parole sulla formazione e alle lodi dei pazienti, il lavoro del Dr. Paganelli parla da sé attraverso la galleria fotografica che mostra la qualità del suo lavoro. Potrete ammirare il cambiamento globale, e non solo, prestando attenzione alla cura dei piccoli dettagli (lobi, ombelico) che sono l’aspetto che fa la differenza tra un’ottima chirurgia estetica e un lavoro accettabile. Giudicate voi stessi.

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4. Associazione con altre chirurgie

La blefaroplastica superiore e/o inferiore può essere associata alla maggior parte delle chirurgie estetiche del viso ma anche del seno e del contorno corporale. Abbiamo già visto l’associazione della blefaroplastica superiore con il lifting del sopracciglio (tecnica di McCord), ma tutte le chirurgie del viso possono essere associate (****link otoplastica – rinoplastica – lifting facciale).

Dato che la blefaroplastica può richiedere da meno di un’ora fino a quasi due ore (blefaroplastica completa superiore e inferiore con cantopessi e lifting del sopracciglio) possiamo associarla alla quasi totalità degli interventi, rimanendo da due a tre e più ore di tempo per potere operare in sicurezza, senza superare il limite di durata massima che per la chirurgia estetica è di 4 – 5 ore.

Un associazione interessante è quella con resurfacing. Con i moderni laser frazionati si può trattare tutta l’area periorbitale (dopo avere applicato uno scudo protettivo sulla cornea). Questi laser frazionati (****link) producono un ringiovanimento e una piccola retrazione cutanea estremamente apprezzato in particolare nella blefaroplastica inferiore transcongiuntivale, tecnica che non prevede un intervento sulla cute. Questi moderni laser frazionati hanno il vantaggio di produrre un resurfacing naturale ed estremamente sicuro, minimizzando il rischio di cicatrizzazioni eccessive e hanno un tempo di recupero molto rapido, di 4-7 giorni.

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5. Post operatorio

Il tempo di recupero, ovvero il tempo necessario per tornare alle normali attività sociali e/o lavorative, può variare da 1 a 2 settimane a seconda del tipo di chirurgia: l’intervento di blefaroplastica superiore è più semplice, meno invasivo e ha un recupero più rapido, di solito wp-content in una settimana. Quando alla blefaroplastica superiore si associa quella inferiore con cantopessi i tempi di recupero di solito si allungano fino a 2 settimane.

I problemi principali del post operatorio sono costituiti dall’edema (gonfiore), dai lividi (ematomi), dalla ridotta funzionalità delle palpebre. Se pensiamo a come un trauma anche lieve nella regione periorbitaria possa provocare un “occhio nero”, si capisce la delicatezza del tessuto e la facilità con cui una chirurgia in questa area possa causare gonfiore, lividi e infiammazione, che in definitiva sono reazioni di difesa a un trauma tissutale.

Per minimizzare questi disagi vengono prescritti steroidi (da assumere per 1-3 giorni) e farmaci antinfiammatori al bisogno per alcuni giorni. Si raccomanda di mantenere la testa in una posizione sollevata utilizzando almeno 2 cuscini durante il sonno. Nell’immediato post operatorio è raccomandato l’utilizzo di un unguento oculare da utilizzare nei primi giorni, in particolare la sera prima di coricarsi, per proteggere l’occhio da eccessiva secchezza durante la notte.

Durante il giorno viene raccomandato l’uso di un collirio con steroidi, da assumere 4 volte al giorno per i primi 4-5 giorni e di lacrime artificiali al bisogno. L’utilizzo delle lacrime artificiali può essere prolungato per alcune settimane e in alcuni casi anche per alcuni mesi.

Il primo controllo post operatorio è effettuato dopo 24 ore dall’intervento, il successivo dopo 2-3 giorni.

I punti di sutura e le steri strip vengono rimossi alla settima giornata.

Quando la guarigione è soddisfacente il paziente deve iniziare ad effettuare dei massaggi delicati e molto semplici per ridurre l’edema e migliorare la cicatrizzazione. Raccomando la LPG endermologie (***link) da eseguire 2-3 volte alla settimana per 1-2 mesi dopo l’intervento. In base alla mia esperienza questa tecnica si è rivelata come la più efficace nella riduzione del gonfiore post operatorio. Riducendo l’edema attraverso il massaggio si accorcia il tempo di recupero e diminuisce la quantità di tessuto cicatriziale che l’organismo produce, migliorando sia l’aspetto che l’elasticità della cicatrici, favorendo la morbidezza dei tessuti, la regolarità della superficie delle aree operate e il recupero funzionale delle palpebre.

6. FAQ

L’intervento può essere preso in considerazione da chi abbia un eccesso di pelle e/o di grasso nelle palpebre e intenda correggere questa situazione. Durante la visita preoperatoria si valuterà l’indicazione tenendo conto dei desideri del paziente, alla luce delle condizioni cliniche e dopo attenta valutazione dei rischi e dei benefici, caso per caso. Sono abituato a dedicare ampio spazio al dialogo con il paziente e all’ascolto di tutto quanto il paziente abbia da dire durante la delicata fase preoperatoria; vedo i pazienti almeno 2 volte prima della chirurgia, che non inizia se non quando si sia deciso l’intervento di comune accordo e ci sia prova della consapevolezza del paziente riguardo ai benefici e ai rischi della chirurgia da intraprendere.
La tecnica transcongiuntivale permette la rimozione del grasso attraverso una incisione invisibile ma non può correggere la lassità della palpebra o l’eccesso di pelle. Quindi è indicata nei pazienti relativamente giovani che presentano borse di grasso visibili ma hanno ancora un buon tono della palpebra inferiore, una buona elasticità cutanea e non presentano eccesso di pelle.
No. L’intervento di blefaroplastica riguarda solamente la pelle in eccesso, il muscolo orbicolare della palpebra superiore e le borse di grasso delle palpebre; quindi la blefaroplastica non interferisce né con il globo oculare né con i muscoli che regolano il movimento e men che meno con i muscoli che regolano l’acuità visiva. Addirittura quando l’eccesso di pelle nella palpebra superiore è importante può limitare il campo visivo nei quadranti superiori e/o laterali; in questo caso l’intervento di blefaroplastica può migliorare in maniera eclatante la visione. Bisogna tuttavia considerare che l’edema e l’infiammazione post operatoria possono interferire con la visione per le prime settimane dopo l’intervento; inoltre la rimozione delle borse di grasso potrebbe causare un minimo cambiamento nell’asse dell’occhio senza influire sulla visione se non in misura talmente impercettibile da potere essere rivelata solo con approfondito esame specialistico.
No. Le zampe di gallina sono piccole rughe attorno agli occhi causate dalla contrazione dei muscoli orbicolari e sono oggi facilmente trattate con la tossina botulinica.
Quando il sopracciglio, specialmente nella sua parte laterale, è ptosico o caduto la blefaroplastica potrebbe non essere sufficiente a dare un aspetto più naturale o ringiovanito. In questo caso un lifting del sopracciglio è sempre raccomandato, a partire dalla forma più semplice (la forma transpalpebrale con tecnica di Mc Cord), che è facilmente eseguibile durante la blefaroplastica senza cicatrici aggiuntive. Ma anche le altre forme di lifting del sopracciglio, da quelle con incisioni nel cuoio capelluto a quelle meno invasive con utilizzo di fili di sospensione (****link), devono essere tenute in considerazione.
Simulare il risultato di una blefaroplastica non è altrettanto semplice quanto in altri tipi di chirurgie estetiche (esempio aumento di seno o rinoplastica). Il modo migliore è quello di guardare le fotografie (pre e post operatorie) di diversi pazienti presenti nella sezioneGallery per rendersi conto dei risultati ottenibili con questo tipo di chirurgia.
La durata di una blefaroplastica può durare da poco meno di un ora fino a quasi 2 ore, e dipende dalla complessità del caso, ovvero se viene effettuata solo la blefaroplastica superiore o se viene associata anche la blefaroplastica inferiore con cantopessi.
Il tipo di anestesia utilizzato può variare da anestesia locale, ad anestesia locale con sedazione, ad anestesia generale. La scelta dipende dal tipo di intervento e va comunque attentamente discussa con il paziente.
Gli interventi in anestesia locale (in particolare di blefaroplastica superiore) possono essere effettuati ambulatorialmente, con dimissione rapida, 1-2 ore dopo l’intervento. Se viene associata blefaroplastica superiore ed inferiore è necessario aggiungere all’anestesia un certo grado di sedazione, che richiede una dimissione dopo non meno di 2-4 ore dall’intervento.
In alcuni casi viene richiesta anestesia generale, quando il paziente la preferisca, ovvero quando siano associate altre chirurgie estetiche che la richiedano. In questo caso è sempre possibile operare in regime di day-surgery (ovvero con dimissione in giornata), ma dopo non meno di 4-6 ore dall’intervento.
Sia la sedazione che l’anestesia generale permettono la dimissione della paziente in giornata grazie all’utilizzo della nuova tecnica anestesiologica TIVA (total intravenous anaesthesia), che utilizza farmaci ad emivita molto breve (ovvero rapidamente eliminati dall’organismo) con eccellente prevenzione della nausea che era provocata dai vecchi gas anestetici. Anche l’utilizzo della maschera laringea ha eliminato il fastidioso dolore alla gola conseguente all’intubazione. L’anestesia per la blefaroplastica è comunque al giorno d’oggi estremamente sicura in tutti i casi, con scarsi o nulli effetti collaterali indesiderati.
Il grado di fastidio e di dolore che si prova dopo l’intervento varia da persona a persona. Innanzitutto è diversa la soglia del dolore. In secondo luogo ha importanza il tipo di chirurgia (blefaroplastica superiore, inferiore, con lifting del sopracciglio).
Il tempo di recupero, ovvero il tempo necessario per tornare alle normali attività sociali e/o lavorative può variare da 1 a 2 settimane a seconda del tipo di chirurgia: l’intervento di blefaroplastica superiore è più semplice, meno invasivo, e ha un recupero più rapido, di solito wp-content in 1 settimana. Quando alla blefaroplastica superiore si associa la inferiore con cantopessi i tempi di recupero di solito si allungano fino a 2 settimane.
La tempistica di cui sopra tiene comunque conto anche della presenza di lividi, cerotti, steri strip nonché dei punti di sutura. Un lavoro d’ufficio che possa essere svolto senza preoccuparsi delle  interazioni sociali può essere praticato già dopo 2-3 giorni in caso di blefaroplastica superiore e dopo 4-5 giorni se è coinvolta anche la palpebra inferiore.
I tempi di recupero sono condizionati anche dal rispetto delle prescrizioni per il post operatorio. Normalmente raccomando l’uso di antidolorifici e antinfiammatori per i primi due giorni dopo l’intervento; in seguito si possono utilizzare gli stessi farmaci solo di sera per facilitare il riposo notturno. Nella chirurgia estetica del viso raccomando anche l’utilizzo di steroidi per qualche giorno, ai fini di accelerare la risoluzione dell’edema. A causa del rischio di sanguinamento connesso ad ogni tipo di chirurgia è consigliabile astenersi da ogni attività che possa aumentare pressione sanguigna e battito cardiaco (esempio attività intensa, sollevamento di pesi) per almeno due settimane dopo l’intervento.
E’ sconsigliabile guidare nei giorni immediatamente successivi all’intervento. L’intervento causa un edema (gonfiore delle palpebre e della regione periorbitaria) che può aumentare durante le prime 24-48 ore. E’ consigliabile riprendere a guidare quando l’edema sia già visibilmente ridotto dato che l’edema delle palpebre provoca un restringimento del campo visivo che può interferire con la guida. Molti pazienti possono riprendere a guidare dopo la rimozione dei punti e delle steri strip, ovvero una settimana dopo l’intervento. E’ comunque una valutazione da fare caso per caso; in alcune situazioni può essere prudente aspettare qualche giorno in più.>
Dal punto di vista legale sarebbe opportuno comunque che il paziente si informasse presso la propria assicurazione riguardo all’esistenza di eventuali limiti connessi con la chirurgia.
A causa dell’aumentato rischio di sanguinamento vanno evitati gli sforzi fisici per le prime due settimane dopo l’intervento. E’ possibile percorrere qualunque distanza camminando ma senza forzare il passo. In seguito è possibile riprendere gradualmente attività fisica anche di tipo sportivo. Dopo 4-6 settimane quasi tutte le attività fisiche sono permesse, con esclusione di alcune attività fisiche estreme (sollevamento pesi agonistico, body-building) per le quali possono occorrere tempi più lunghi.
Nessuna cicatrice può scomparire completamente e nessun chirurgo può garantire che saranno perfette ma anzi verranno fatte diverse raccomandazioni e prescrizioni che ti aiuteranno a migliorare il risultato nel tempo. Tuttavia va sottolineato come il viso in generale e le palpebre in particolare abbiano una reattività del tutto particolare che fa sì che la guarigione sia molto più completa e molto più rapida rispetto alle altre regioni del corpo. Mentre nel resto del corpo un assestamento completo delle cicatrici può richiedere anche un anno, nella blefaroplastica si ottiene una stabilizzazione completa nel giro di alcuni mesi. Una volta giunta a maturazione la cicatrice della blefaroplastica è difficilmente visibile anche per il suo posizionamento lungo solchi naturali della pelle delle palpebre.
La minore reattività cutanea delle palpebre (con minore tendenza a produrre ipertrofie, cheloidi, retrazioni cicatriziali) e la particolare rapidità di guarigione rende ragione del perché si utilizzino per la sutura punti di nylon e/o di prolene anziché i comuni fili riassorbibili che produrrebbero un’infiammazione più visibile e prolungata.
Ovviamente nella blefaroplastica transcongiuntivale inferiore non esiste alcun tipo di cicatrice dato che l’incisione avviene sulla mucosa.
Le foto post-operatorie saranno comunque mostrate a chi si candida all’intervento per dare un’idea di come potranno in futuro apparire i modesti e difficilmente visibili reliquati cicatriziali.
Pur non essendo indispensabile è consigliabile fare un esame della vista e una valutazione della pressione intraoculare (per il rischio della presenza di glaucoma che controindicherebbe l’intervento). In presenza di sintomi di secchezza oculare o di dati anamnestici di malattia autoimmune si raccomanda una valutazione della secrezione lacrimale sia quantitativa che qualitativa (resistenza del film lacrimale).
In chirurgia plastica ed estetica il fumo aumenta i rischi operatori sia a breve che a lungo termine  soprattutto perché la pelle è uno dei tessuti maggiormente danneggiati dall’abitudine del fumo. Fumare (e perfino solo usare nicotina: cerotti alla nicotina, gomme e caramelle alla nicotina, sigaretta elettronica con ricariche di nicotina) ha un potente effetto vasocostrittore, che rallenta il flusso sanguigno. I tessuti periferici,  specialmente la cute, risentono particolarmente di questo effetto. L’abitudine al fumo accelera l’invecchiamento cutaneo riducendo la capacità della pelle di fronteggiare gli stress cui è quotidianamente sottoposta (per esempio l’esposizione ai raggi solari). Le fibre elastiche si riducono e in conseguenza della minore elasticità cutanea si formano più rapidamente le rughe e si distendono più rapidamente i tessuti, con maggior tendenza alla flaccidità e ai fenomeni di lassità cutanea.
Nel breve termine il fumo in prossimità dell’intervento aumenta tutti i rischi chirurgici a causa del ridotto flusso sanguigno della pelle, e ritarda la guarigione. Le cicatrici tenderanno ad essere più larghe e più visibili, e il rischio di infezione più alto. Bisogna considerare anche il rischio drammatico di perdere per necrosi parte della cute, nonché il rischio di deiescenza (riapertura) delle cicatrici. Tutte queste complicanze porteranno inevitabilmente a una deformazione permanente delle palpebre con necessità di complessi interventi di ricostruzione e cicatrici irregolari e molto più visibili. Pertanto è raccomandato, in caso di intervento di blefaroplastica, un’astensione dal fumo almeno per 4-6 settimane prima dell’intervento e per 6-8 settimane dopo l’intervento.
Tutti gli interventi di chirurgia plastica o estetica comportano dei rischi. Fra i rischi della blefaroplastica si annoverano: ematoma (raccolta di sangue: è un’evenienza comunque rara);  infezione (è anche questa un’evenienza assai rara perché il grande apporto di sangue che irrora questa regione vitale costituisce un’ottima difesa contro l’insediamento di microrganismi patogeni);  sindrome dell’occhio secco (****link). I vari rischi possibili vanno comunque valutati caso per caso in relazione a condizioni cliniche, dati anamnestici, abitudini di vita, fumo, utilizzo di farmaci, e discussi in fase preoperatoria con il paziente.
La cantopessi laterale definisce una serie di procedure chirurgiche volte a migliorare i meccanismi di supporto della palpebra inferiore. Si tratta di un punto di sutura fra il muscolo orbicolare e/o il tarso (sono le strutture più “solide” della palpebra inferiore) e il periostio dell’orbita (ovvero la membrana che circonda l’osso orbitario). Serve a mettere in tensione la palpebra inferiore attraverso l’ancoraggio di questa con un punto fisso.
La cantopessi viene eseguita in tutte le blefaroplastiche inferiori con lassità moderata o lieve e ha la funzione di prevenire la retrazione di tessuto cicatriziale con formazione dell’”occhio rotondo”.
Ipertensione, diabete, asma dovrebbero essere stabilizzate dal tuo medico personale o dal tuo specialista di riferimento prima di qualsiasi chirurgia. Senza la loro autorizzazione è sconsigliabile sottoporsi a questo tipo di chirurgia. Se soffri di malattia di Graves (ipertiroidismo), glaucoma, distacco della retina o altre malattie dell’occhio è obbligatorio che l’oculista tratti la patologia fino a stabilizzazione ed eventualmente autorizzi il trattamento chirurgico. Anche la sindrome dell’occhio secco può creare problemi nel post operatorio se non trattata in maniera adeguata.
La blefaroplastica dà risultati permanenti o comunque di lunga durata. Ovviamente non è in grado di fermare il naturale invecchiamento dei tessuti e dunque col tempo rughe cutanee potrebbero riformarsi. E’ comunque difficile che si renda necessario reintervenire prima che siano trascorsi 10 anni dal primo intervento. Anche nel caso in cui una particolare lassità dei tessuti portasse al riformarsi di rughe prima dei 10 anni (più facilmente nella palpebra superiore) l’opportunità di un reintervento deve essere attentamente valutata: la blefaroplastica secondaria è più difficile ed è gravata di maggiore rischio di complicanze, pertanto il reintervento dovrà sempre essere estremamente attento e conservativo.
No, né le incisioni della blafaroplastica superiore né quelle della blefaroplastica inferiore vanno a interferire con il tatuaggio semipermanente dell’eyeliner.
Raccomando di aspettare che il gonfiore e l’infiammazione delle palpebre (nonché delle cicatrici) si sia definitivamente risolto. Data la differenza individuale nei tempi del processo di guarigione bisogna aspettare almeno 2-3 mesi ma in certi casi anche di più (fino a 5-6 mesi dopo l’intervento). Una esecuzione troppo precoce del tatuaggio potrebbe portare ad alterazione dei risultati del tatuaggio stesso.
Esistono diversi trattamenti non chirurgici (filler, botulino, resurfacing con laser, peeling chimici, lipofilling) che mirano a ridurre gli effetti dell’invecchiamento delle palpebre anche se nessuno di questi può avere effetti così importanti e duraturi come l’intervento di blefaroplastica. Sono brevemente descritte alcune di queste metodiche.
I filler sono gel che contengono acido ialuronico e vengono iniettati nei tessuti per ottenere un effetto di riempimento, di idratazione (turgore) e infine di stimolo alla produzione di collagene.  Tutto ciò conferisce un aspetto più liscio e giovanile all’area trattata. In particolare i filler sono utilizzati per trattare le rughe periorbitarie (zampe di gallina) le deformità cosiddetta “tear trough” (piccola depressione che si forma medialmente sotto la palpebra inferiore) e anche per correggere un occhio troppo “scavato”. Ovviamente i filler non possono correggere la lassità dei tessuti né ridurre le borse di grasso né trattare l’eccesso di pelle.
Il botulino ha un ruolo assai importante nella regione periorbitaria perché può trattare in maniera ottimale le “zampe di gallina” (ovvero la rughe che si formano lateralmente agli occhi), le rughe glabellari (fra le due sopracciglia) nonché tutte le rughe frontali. Il botulino tratta in maniera egregia tutte quelle aree della regione periorbitaria di difficile trattamento chirurgico ed è per questo diventato uno dei più diffusi trattamenti di medicina estetica in tutto il mondo. Ovviamente questo trattamento non può sostituire la chirurgia nei casi in cui questa sia evidentemente indicata ma può integrarsi con questa migliorandone i risultati in modo importante.
Il resurfacing (peeling eseguito con differenti laser) ha un ruolo importante nel trattamento della regione periorbitaria: migliora le fini rughette periorbitarie, corregge le discromie cutanee (macchie, alterazioni del colore della pelle) e promuove una piccola retrazione cutanea. Ovviamente non può sostituire la chirurgia nei casi in cui quest’ultima sia evidentemente indicata.
Il lipofilling sta assumendo sempre più importanza in tutti i campi della chirurgia estetica. Si tratta in buona sostanza di un trapianto di grasso. Il tessuto adiposo viene appositamente prelevato da altre aree del corpo (es. addome, fianchi, cosce) con apposite cannule, viene trattato per rimuoverne fluidi, tracce di sangue e impurità, infine reinnestato nella regione palpebrale e periorbitaria. In particolare si usa il lipofilling per correggere la deformità cosiddetta “tear trough” (piccola depressione che si forma medialmente sotto la palpebra inferiore) e l’aspetto “scavato” dell’occhio.
ll costo dell’intervento varia in base a una quantità di fattori: tipo di intervento (blefaroplastica superiore o completa, con o senza lipofilling associato, con o senza lifting del sopracciglio), difficoltà di intervento e di conseguenza tempo operatorio, tipo di anestesia (locale, locale con sedazione, generale), tipo di clinica con differenti costi sia di degenza che di sala operatoria. Considerando tutti questi fattori il prezzo può variare da  a .  La maniera migliore per avere un preventivo personalizzato è prenotare una visita col dottor Paganelli.

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Oltre alle parole sulla formazione e alle lodi dei pazienti, il lavoro del Dr. Paganelli parla da sé attraverso la galleria fotografica che mostra la qualità del suo lavoro. Potrete ammirare il cambiamento globale, e non solo, prestando attenzione alla cura dei piccoli dettagli (lobi, ombelico) che sono l’aspetto che fa la differenza tra un’ottima chirurgia estetica e un lavoro accettabile. Giudicate voi stessi.

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