1. La blefaroplastica
2. Visita preoperatoria
3. Tecnica chirurgica
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Blefaroplastica superiore
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Blefaroplastica inferiore
– Blefaroplastica inferiore trancongiuntivale
– Blefaroplastica inferiore transcutanea
4. Associazione con altre chirurgie
5. Post operatorio
6. FAQ

1. La blefaroplastica
La blefaroplastica è la chirurgia delle palpebre (della palpebra superiore, della palpebra inferiore o di ambedue) volta a ridare un aspetto più giovanile e rilassato alla regione periorbitaria, ovvero alla area del viso vicina agli occhi.
Gli occhi considerati “specchio dell’anima”, espressione fedele dell’essere della persona, attirano l’attenzione più di altre parti del corpo e al tempo stesso per le loro caratteristiche fisiche sono fra le prime parti a mostrare i segni dell’invecchiamento. Le palpebre infatti sono composte di tessuti estremamente sottili e delicati; la fisiologica riduzione di tessuto elastico che avviene con il passare del tempo si manifesta nelle palpebre con un eccesso di pelle visibile (specialmente nella palpebra superiore) che forma delle pieghe cutanee (rughe) e può nei casi più gravi scendere fino alle ciglia con diminuzione del campo visivo riguardante specialmente i quadranti superiori ed esterni. La palpebra superiore con l’invecchiamento si rende soggetta a un certo rigonfiamento dovuto sia al muscolo orbicolare, che si rilassa al pari della pelle, sia nella parte più interna alle borse di grasso che vanno aumentando di dimensioni. Nelle palpebre inferiori l’invecchiamento si manifesta con eccesso di rughe e pieghe (eccesso cutaneo) e soprattutto con gonfiore dovuto alle tre borse di grasso che qui hanno sede. E’ presente un certo rilassamento della palpebra che nei casi più gravi può abbassarsi provocando un arrotondamento dell’occhio.
La blefaroplastica è una chirurgia che corregge queste alterazioni rimuovendo l’eccesso di pelle, di muscolo orbicolare e le borse di grasso nonché correggendo la lassità delle palpebre.
La blefaroplastica è un tipo di chirurgia molto richiesto sia dagli uomini che dalle donne per gli ottimi risultati che si solito dà, con un intervento di piccola portata, che può essere effettuato anche in anestesia locale, e che ha un tempo di recupero per le attività sociali abbastanza breve, dell’ordine di 1-2 settimane.
La maggior parte dei pazienti supera l’età di 50 anni, ma la blefaroplastica può in alcuni casi essere indicata anche per pazienti più giovani, a partire dai 35-40 anni.
La blefaroplastica può essere solo superiore (quando effettuata sulla palpebra superiore), solo inferiore (se effettuata solo sulla palpebra inferiore) o completa (quando effettuata su palpebra superiore e inferiore)
La blefaroplastica inferiore deve essere sempre associata a tecniche di sospensione come la cantopessi (o cantoplastica nei casi di lassità più grave) per prevenire il cosiddetto “occhio rotondo”.
La blefaroplastica può essere facilmente associata ad altre chirurgie estetiche; classicamente viene associata a tecniche di ringiovanimento del viso quali lifting del viso (****link), lifting del sopracciglio (****link), lipofilling sia del viso che della zona periorbitaria stessa nonché i vari tipi di lifting con i fili.
2. Visita preoperatoria
Durante la visita preoperatoria dopo la raccolta dell’anamnesi (storia clinica) e dopo la valutazione delle condizioni generali del paziente, si valuta attentamente l’indicazione alla blefaroplastica (superiore, inferiore o di ambedue) a partire dall’esame di tutta la regione periorbitaria e del viso, in particolare valutando la posizione delle sopracciglia. Se le sopracciglia sono ptosiche ovvero “cadute”, con effetto di una accentuazione dell’eccesso di pelle alle palpebre superiori, va suggerito un lifting delle sopracciglia contemporaneamente alla blefaroplastica superiore; senza correzione del sopracciglio l’occhio potrebbe apparire stanco e appesantito anche dopo una blefaroplastica. Si richiede al paziente di portare in visione l’ultimo controllo della vista ed eventualmente si richiede un esame della lacrimazione quando si riscontrino a livello anamnestico patologie autoimmunitarie (esempio sindrome di Sjogren) o comunque sintomi di secchezza oculare. Si richiedono alcuni semplici esami ematochimici (esami del sangue) ed elettrocardiogramma, come di routine prima di interventi di chirurgia estetica.
Va attentamente discusso con il paziente il tipo di anestesia che può variare da anestesia locale, ad anestesia locale con sedazione, ad anestesia generale. Il tipo di anestesia condiziona il tipo di struttura presso cui effettuare l’intervento. Gli interventi in anestesia locale (in particolare di blefaroplastica superiore) possono essere effettuati ambulatorialmente, con dimissione rapida, 1-2 ore dopo l’intervento. Se vengono associate blefaroplastica superiore ed inferiore è necessario aggiungere all’anestesia un certo grado di sedazione, che richiede una dimissione dopo non meno di 2-4 ore dall’intervento.
In alcuni casi viene richiesta anestesia generale, quando il paziente la preferisca ovvero quando siano associate altre chirurgie estetiche che la richiedano. In questo caso è sempre possibile operare in regime di day-surgery (ovvero con dimissione nel giorno stesso dell’intervento); è comunque necessario trascorrere in osservazione almeno 4-6 ore dopo l’intervento.
3. Tecnica chirurgica
Blefaroplastica superiore
La blefaroplastica inizia con una accurata delimitazione dell’eccesso di pelle. Prima viene disegnata una linea della parte inferiore dell’eccesso di pelle, che viene posizionata fra 7 e 9 mm circa dalle ciglia, percorre tutta la palpebra e di solito oltrepassa per qualche millimetro fino anche a 1 cm la parte laterale della palpebra. Il prolungamento laterale dell’incisione serve a rimuovere in maniera adeguata l’eccesso di pelle della palpebra superiore.
Il passo successivo consiste nel disegnare la linea superiore dell’eccesso di pelle da rimuovere dopo averla valutata e misurata. L’arte del chirurgo consiste nel disegnare e asportare con la massima precisione possibile la quantità di pelle sufficiente a tonificare e a ringiovanire l’aspetto della palpebra senza interferire con la funzionalità della stessa.
Dopo la delimitazione si procede con infiltrazione della palpebra mediante anestetico locale e adrenalina. Questa infiltrazione ha il doppio scopo di anestetizzare la palpebra e al tempo stesso di ridurre il sanguinamento sfruttando l’effetto vasocostrittore dell’adrenalina. Pertanto si effettua sempre, anche nei casi in cui si scelga di aggiungere all’anestesia locale la sedazione e/o l’anestesia generale.
Dopo un’attesa di 10-15 minuti, necessaria per dare tempo all’infiltrazione di manifestare il suo effetto, si procede all’incisione e alla rimozione dell’eccesso di pelle. All’asportazione della pelle della palpebra segue l’asportazione di una piccola porzione del muscolo orbicolare sottostante. Il muscolo orbicolare è il muscolo situato sotto la pelle della palpebra, che con l’invecchiamento diventa ridondante, cioè in eccesso e crea la tipica pesantezza della palpebra superiore. Segue una accurata emostasi dopo la quale si passa all’asportazione delle due borse di grasso della palpebra superiore. La rimozione delle borse di grasso non è sempre necessaria e deve essere valutata caso per caso in rapporto all’aspetto dell’occhio: negli occhi molto scavati, come succede normalmente in pazienti magri, potrebbe non essere necessaria; in altri pazienti deve essere presa in considerazione ma non deve mai essere esagerata per evitare di creare un effetto troppo “scavato” dell’occhio.
Infine i margini della pelle rimasti vengono approssimati e suturati delicatamente con un filo molto sottile di nylon o prolene, da rimuovere dopo circa 7 giorni. I due estremi del filo vengono fissati con steri strip e una sottile steri strip viene applicata alla cicatrice.
La blefaroplastica superiore può essere facilmente integrata con il lifting del sopracciglio transpalpebrale o di McCord. Questa tecnica consente l’innalzamento della parte laterale del sopracciglio attraverso il posizionamento di 1-2 punti di sutura fra il derma del sopracciglio e il periostio dell’osso frontale. In sostanza la caduta della coda del sopracciglio, ovvero la sua parte più laterale, viene corretta fissando la coda del sopracciglio alla membrana che copre l’osso attraverso la stessa incisione già fatta nella palpebra e senza necessità di ulteriore manovre chirurgiche.
Blefaroplastica inferiore
La blefaroplastica inferiore mira a correggere il gonfiore causato dalla lassità dei tessuti provocata dall’invecchiamento, con conseguente erniazione delle tre borse di grasso presenti in questa area ed eventuale formazione di rughe cutanee. Esistono due tipi di blefaroplastica inferiore, che si differenziano per la posizione della incisione, la quale può essere all’esterno della palpebra (come per la blefaroplastica superiore) o all’interno, nella congiuntiva (blefaroplastica transcongiuntivale).
Blefaroplastica inferiore transcongiuntivale
La blefaroplastica transcongiuntivale è indicata nei pazienti tendenzialmente più giovani, che presentano nella palpebra inferiore (di solito per ragioni genetiche) un gonfiore dovuto alle borse di grasso ma senza importante lassità né eccesso di cute con presenza di rughe. In questo caso attraverso una incisione effettuata all’interno della palpebra è possibile rimuovere l’eccesso di grasso erniato. Si tratta di una chirurgia meno invasiva che non lascia cicatrici esterne (l’incisione viene praticata sulla mucosa congiuntivale), produce meno gonfiore, produce meno lividi ed ematomi, e ha tempi di guarigione più rapidi. La blefaroplastica transcongiuntivale può essere associata ad altre tecniche quali resurfacing con laser frazionati per trattare un invecchiamento della pelle di grado lieve o moderato.
Blefaroplastica inferiore transcutanea
La blefaroplastica inferiore transcutanea è indicata quando è presente lassità della palpebra con un importante eccesso di pelle che si manifesta con rughe e pieghe cutanee evidenti. In questo tipo di blefaroplastica viene disegnata una linea di incisione sottociliare che si continua per tutta la palpebra parallelamente alla linea ciliare e si estende lateralmente per alcuni millimetri, fino anche a un centimetro abbondante oltre l’angolo dell’occhio, seguendo una delle naturali increspature cutanee della “zampa di gallina”. Viene effettuata la infiltrazione con anestetico locale ed adrenalina per ridurre il dolore e al tempo stesso stimolare una reazione di vasocostrizione che minimizzi il sanguinamento. Dopo un’attesa di 10-15 minuti viene effettuata l’incisione e viene sollevato un lembo esclusivamente cutaneo, preservando l’integrità del muscolo orbicolare sottostante. Il muscolo orbicolare della palpebra inferiore non va mai toccato: la sua incisione provocherebbe una parziale denervazione con una alterazione della sua funzione e rischio di caduta della palpebra inferiore, con occhio che apparirebbe in questo modo più “rotondo”. Le tre borse di grasso della palpebra inferiore devono essere asportate attraverso il muscolo orbicolare, divaricando le fibre del muscolo senza tagliarle; l’asportazione deve essere valutata caso per caso, eseguita con la massima attenzione e in misura non esagerata per prevenire la formazione di un occhio “scavato” che apparirebbe stanco e invecchiato.
A questa fase segue la cantopessi laterale: si tratta dell’applicazione di un punto di sutura che fissa la parte laterale della palpebra inferiore al periostio (membrana che ricopre l’osso dell’orbita laterale) in un punto leggermente superiore all’angolo dell’occhio. Questo accorgimento ha la doppia funzione di correggere piccole o medie lassità della palpebra inferiore tendendo i tessuti e di tenere la palpebra inferiore sufficientemente sollevata anche per prevenire il rischio che con la cicatrizzazione avvenga una retrazione con “arrotondamento” dell’occhio. Il risparmio del muscolo orbicolare inferiore e l’esecuzione della cantopessi laterale in funzione di supporto della palpebra sono due pietre miliari verso la riuscita dell’intervento.
Come ultima fase si asporta dal lembo cutaneo inferiore una sottile striscia di pelle, la cui misura deve essere calcolata attentamente affinchè la pelle rimanente possa essere suturata senza esercitare alcun tipo di tensione. In questa maniera si ottiene una tonificazione della pelle senza creare tensioni che potrebbero portare a un abbassamento dell’occhio o, peggio ancora, a una ridotta funzionalità della palpebra. All’asportazione di questa sottile striscia cutanea segue la sutura con un sottilissimo filo di nylon o di prolene, che sarà rimosso dopo 7 giorni. Gli estremi di questo filo sono fissati alla pelle con steri strip (piccoli cerotti sterili e anallergici); altre steri strip sono applicate sulla palpebra inferiore al fine di esercitare una delicata compressione per diminuire il gonfiore e l’edema che si manifestano dopo l’intervento.
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Oltre alle parole sulla formazione e alle lodi dei pazienti, il lavoro del Dr. Paganelli parla da sé attraverso la galleria fotografica che mostra la qualità del suo lavoro. Potrete ammirare il cambiamento globale, e non solo, prestando attenzione alla cura dei piccoli dettagli (lobi, ombelico) che sono l’aspetto che fa la differenza tra un’ottima chirurgia estetica e un lavoro accettabile. Giudicate voi stessi.
4. Associazione con altre chirurgie
La blefaroplastica superiore e/o inferiore può essere associata alla maggior parte delle chirurgie estetiche del viso ma anche del seno e del contorno corporale. Abbiamo già visto l’associazione della blefaroplastica superiore con il lifting del sopracciglio (tecnica di McCord), ma tutte le chirurgie del viso possono essere associate (****link otoplastica – rinoplastica – lifting facciale).
Dato che la blefaroplastica può richiedere da meno di un’ora fino a quasi due ore (blefaroplastica completa superiore e inferiore con cantopessi e lifting del sopracciglio) possiamo associarla alla quasi totalità degli interventi, rimanendo da due a tre e più ore di tempo per potere operare in sicurezza, senza superare il limite di durata massima che per la chirurgia estetica è di 4 – 5 ore.
Un associazione interessante è quella con resurfacing. Con i moderni laser frazionati si può trattare tutta l’area periorbitale (dopo avere applicato uno scudo protettivo sulla cornea). Questi laser frazionati (****link) producono un ringiovanimento e una piccola retrazione cutanea estremamente apprezzato in particolare nella blefaroplastica inferiore transcongiuntivale, tecnica che non prevede un intervento sulla cute. Questi moderni laser frazionati hanno il vantaggio di produrre un resurfacing naturale ed estremamente sicuro, minimizzando il rischio di cicatrizzazioni eccessive e hanno un tempo di recupero molto rapido, di 4-7 giorni.
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5. Post operatorio
Il tempo di recupero, ovvero il tempo necessario per tornare alle normali attività sociali e/o lavorative, può variare da 1 a 2 settimane a seconda del tipo di chirurgia: l’intervento di blefaroplastica superiore è più semplice, meno invasivo e ha un recupero più rapido, di solito wp-content in una settimana. Quando alla blefaroplastica superiore si associa quella inferiore con cantopessi i tempi di recupero di solito si allungano fino a 2 settimane.
I problemi principali del post operatorio sono costituiti dall’edema (gonfiore), dai lividi (ematomi), dalla ridotta funzionalità delle palpebre. Se pensiamo a come un trauma anche lieve nella regione periorbitaria possa provocare un “occhio nero”, si capisce la delicatezza del tessuto e la facilità con cui una chirurgia in questa area possa causare gonfiore, lividi e infiammazione, che in definitiva sono reazioni di difesa a un trauma tissutale.
Per minimizzare questi disagi vengono prescritti steroidi (da assumere per 1-3 giorni) e farmaci antinfiammatori al bisogno per alcuni giorni. Si raccomanda di mantenere la testa in una posizione sollevata utilizzando almeno 2 cuscini durante il sonno. Nell’immediato post operatorio è raccomandato l’utilizzo di un unguento oculare da utilizzare nei primi giorni, in particolare la sera prima di coricarsi, per proteggere l’occhio da eccessiva secchezza durante la notte.
Durante il giorno viene raccomandato l’uso di un collirio con steroidi, da assumere 4 volte al giorno per i primi 4-5 giorni e di lacrime artificiali al bisogno. L’utilizzo delle lacrime artificiali può essere prolungato per alcune settimane e in alcuni casi anche per alcuni mesi.
Il primo controllo post operatorio è effettuato dopo 24 ore dall’intervento, il successivo dopo 2-3 giorni.
I punti di sutura e le steri strip vengono rimossi alla settima giornata.
Quando la guarigione è soddisfacente il paziente deve iniziare ad effettuare dei massaggi delicati e molto semplici per ridurre l’edema e migliorare la cicatrizzazione. Raccomando la LPG endermologie (***link) da eseguire 2-3 volte alla settimana per 1-2 mesi dopo l’intervento. In base alla mia esperienza questa tecnica si è rivelata come la più efficace nella riduzione del gonfiore post operatorio. Riducendo l’edema attraverso il massaggio si accorcia il tempo di recupero e diminuisce la quantità di tessuto cicatriziale che l’organismo produce, migliorando sia l’aspetto che l’elasticità della cicatrici, favorendo la morbidezza dei tessuti, la regolarità della superficie delle aree operate e il recupero funzionale delle palpebre.
6. FAQ
Gli interventi in anestesia locale (in particolare di blefaroplastica superiore) possono essere effettuati ambulatorialmente, con dimissione rapida, 1-2 ore dopo l’intervento. Se viene associata blefaroplastica superiore ed inferiore è necessario aggiungere all’anestesia un certo grado di sedazione, che richiede una dimissione dopo non meno di 2-4 ore dall’intervento.
In alcuni casi viene richiesta anestesia generale, quando il paziente la preferisca, ovvero quando siano associate altre chirurgie estetiche che la richiedano. In questo caso è sempre possibile operare in regime di day-surgery (ovvero con dimissione in giornata), ma dopo non meno di 4-6 ore dall’intervento.
Sia la sedazione che l’anestesia generale permettono la dimissione della paziente in giornata grazie all’utilizzo della nuova tecnica anestesiologica TIVA (total intravenous anaesthesia), che utilizza farmaci ad emivita molto breve (ovvero rapidamente eliminati dall’organismo) con eccellente prevenzione della nausea che era provocata dai vecchi gas anestetici. Anche l’utilizzo della maschera laringea ha eliminato il fastidioso dolore alla gola conseguente all’intubazione. L’anestesia per la blefaroplastica è comunque al giorno d’oggi estremamente sicura in tutti i casi, con scarsi o nulli effetti collaterali indesiderati.
Il tempo di recupero, ovvero il tempo necessario per tornare alle normali attività sociali e/o lavorative può variare da 1 a 2 settimane a seconda del tipo di chirurgia: l’intervento di blefaroplastica superiore è più semplice, meno invasivo, e ha un recupero più rapido, di solito wp-content in 1 settimana. Quando alla blefaroplastica superiore si associa la inferiore con cantopessi i tempi di recupero di solito si allungano fino a 2 settimane.
La tempistica di cui sopra tiene comunque conto anche della presenza di lividi, cerotti, steri strip nonché dei punti di sutura. Un lavoro d’ufficio che possa essere svolto senza preoccuparsi delle interazioni sociali può essere praticato già dopo 2-3 giorni in caso di blefaroplastica superiore e dopo 4-5 giorni se è coinvolta anche la palpebra inferiore.
I tempi di recupero sono condizionati anche dal rispetto delle prescrizioni per il post operatorio. Normalmente raccomando l’uso di antidolorifici e antinfiammatori per i primi due giorni dopo l’intervento; in seguito si possono utilizzare gli stessi farmaci solo di sera per facilitare il riposo notturno. Nella chirurgia estetica del viso raccomando anche l’utilizzo di steroidi per qualche giorno, ai fini di accelerare la risoluzione dell’edema. A causa del rischio di sanguinamento connesso ad ogni tipo di chirurgia è consigliabile astenersi da ogni attività che possa aumentare pressione sanguigna e battito cardiaco (esempio attività intensa, sollevamento di pesi) per almeno due settimane dopo l’intervento.
Dal punto di vista legale sarebbe opportuno comunque che il paziente si informasse presso la propria assicurazione riguardo all’esistenza di eventuali limiti connessi con la chirurgia.
La minore reattività cutanea delle palpebre (con minore tendenza a produrre ipertrofie, cheloidi, retrazioni cicatriziali) e la particolare rapidità di guarigione rende ragione del perché si utilizzino per la sutura punti di nylon e/o di prolene anziché i comuni fili riassorbibili che produrrebbero un’infiammazione più visibile e prolungata.
Ovviamente nella blefaroplastica transcongiuntivale inferiore non esiste alcun tipo di cicatrice dato che l’incisione avviene sulla mucosa.
Le foto post-operatorie saranno comunque mostrate a chi si candida all’intervento per dare un’idea di come potranno in futuro apparire i modesti e difficilmente visibili reliquati cicatriziali.
Nel breve termine il fumo in prossimità dell’intervento aumenta tutti i rischi chirurgici a causa del ridotto flusso sanguigno della pelle, e ritarda la guarigione. Le cicatrici tenderanno ad essere più larghe e più visibili, e il rischio di infezione più alto. Bisogna considerare anche il rischio drammatico di perdere per necrosi parte della cute, nonché il rischio di deiescenza (riapertura) delle cicatrici. Tutte queste complicanze porteranno inevitabilmente a una deformazione permanente delle palpebre con necessità di complessi interventi di ricostruzione e cicatrici irregolari e molto più visibili. Pertanto è raccomandato, in caso di intervento di blefaroplastica, un’astensione dal fumo almeno per 4-6 settimane prima dell’intervento e per 6-8 settimane dopo l’intervento.
La cantopessi viene eseguita in tutte le blefaroplastiche inferiori con lassità moderata o lieve e ha la funzione di prevenire la retrazione di tessuto cicatriziale con formazione dell’”occhio rotondo”.
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